Gentilissim* Insegnanti,
scrivo la presente missiva per informarvi che, a partire da quest’anno, vi prego di interrompere questa barbara tradizione che si perpetra di anno in anno, e che, inutile negarlo, mette in difficoltà tanto noi, quanto voi.
E non fate finta di non sapere di cosa io stia parlando.
Sì, esatto, è Dicembre e quindi è ovvio che io parli di quella cosa lì, ciò che al solo nominare viene a tutti un brivido:
IL LAVORETTO DI NATALE DI M***A.
Ditelo, ditelo chiaramente che è tutto partito come una sottile forma di rivalsa nei nostri confronti, per qualcosa di orrendo che avremo sicuramente fatto nel corso di questi primi mesi di scuola. È forse perché dimentichiamo sempre di firmare i talloncini per le uscite didattiche? O perché avete di nuovo preso i pidocchi?
Qualsiasi sia la causa, davvero meritiamo di dover recuperare con così poco preavviso, materiali così strani con indicazioni così vaghe?
Segue breve lista esemplificativa:
- Cartoncini di recupero (qui spaziamo dalla scatola da scarpe al cartoncino dello yogurt, potremmo essere più specifici?);
- Carta crespa (ma esiste ancora?);
- Rotoli di carta igienica (ma nuovi o solo il cartoncino interno? e se pieni, quanti veli?);
- Tappi di sughero (qualsiasi cosa abbiate letto nel tema “descrivi la mamma” è esagerato);
- Rametti (di che diametro? quanti? servono per decorare un bigliettino o finalmente rifare il tetto della scuola tipo casa islandese?);
- Pigne (vi ricordate che abitiamo in città, sì?);
- Mollette di legno (sono sempre più convinta che pensiate che abitiamo nella casa nella prateria);
Ammettiamolo, sembra una serie di cose a caso trovate in un cassonetto.
E invece.
Però ora che abbiamo recuperato le piume di ippogrifo e la pergamena adatta alle miniature medievali, la situazione si ribalta, sono solo fatti vostri. Vi tocca lavorare!
Non fingete stupore, è palese che quella decorazione sulla piastrella di Natale dell’anno scorso (piastrella che, per inciso, ha seminato brillantini per mesi in tutta la casa) non può averla decorata così raffinatamente la luce dei miei occhi, quel piccolo pezzo del mio cuore che ho partorito e che non sarà in grado di colorare dentro i bordi nemmeno all’università.
Siete stati voi. VOI.
Ce lo dicono proprio apertamente, quelle amorevoli creature, quando ci consegnano, con fredda indifferenza, il prezioso manufatto che il più delle volte si è rotto/scollato/piegato nel tragitto da scuola a casa.
Alla nostra (falsa) reazione entusiasta davanti all’orrore glitterato non mostreranno inibizioni nel dirci la verità.
“Davvero ti piace? L’ha fatto tutto [inserire nome di insegnante]”
In sostanza, lo capite anche voi che è un circolo vizioso? Un inutile gioco di potere? Un’escalation di disagio che fa vittime innocenti senza che ve ne rendiate conto.
Perchè a noi genitori non resta che rispondere, armati del sorriso più falso del mondo:
“Ma certo che mi piace amore è bel-lis-si-mo! Sai dove starebbe proprio bene? A CASA DEI NONNI!!”
Sinceramente vostra, una mamma.
Il lavoretto di Natale di m****a by Collateralmente is licensed under a Creative Commons Attribution-NonCommercial-NoDerivatives 4.0 International License.



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